Valeria Laudi | scrittrice | romanzi | manuali | cibo | teatro |

Come scrivere una ricetta degna del ricettario di un tre stelle Michelin

Scrivere una ricetta perfetta, da pubblicare in un libro di ricette o su una rivista, non è cosa poi così complicata come potrebbe sembrare.
In realtà basta seguire qualche semplice regola di base, peraltro fondamentale anche in cucina, che potremmo riassumere in tre parole chiave: precisione, ordine (logico) e organizzazione.
Partiamo subito col dire che gli errori di ortografia e di grammatica non sono assolutamente ammessi, né tollerati, neppure il più piccolo refuso. Dedicate perciò al testo tutto il tempo necessario, non scrivete in maniera frettolosa e rileggete più volte, anche ad alta voce, impostando persino il controllo ortografico automatico nel programma di editing.
In merito ai contenuti, verificate che tutti i diversi passaggi richiesti per realizzare il vostro piatto siano spiegati chiaramente e nell’esatta sequenza.
Considerando infine che in linea di massima vi rivolgerete al grande pubblico, è fondamentale rendere comprensibile il testo anche per chi è al suo primo approccio con i fornelli. State perciò attenti a non esprimervi in “cuochese”, utilizzando una terminologia criptica o troppo tecnica.

Entrando più nel dettaglio e procedendo in ordine di apparizione, analizziamo ora le diverse parti che compongono la ricetta, con specifici consigli di scrittura, al fine di ottimizzarne la forma e il contenuto.

Il titolo
Chiamate il piatto per nome, dando sempre un titolo alla vostra ricetta.

Le indicazioni generali
Indicate sempre per quante persone è la ricetta, il grado di difficoltà e i tempi di esecuzione.

Gli ingredienti
Controllate per bene la lista degli ingredienti. Deve essere completa di tutto ciò che dovrà essere utilizzato per la realizzazione del piatto, decorazioni comprese.
Se la ricetta prevede differenti preparazioni, con inerenti procedimenti, suddividete gli ingredienti per ciascuna di esse.
Ad esempio, per gli ingredienti di un Raviolo alla fonduta di fontina potreste scrivere:
Ingredienti per la pasta
Ingredienti per il ripieno
Ingredienti per la fonduta di fontina
Ingredienti per la finitura e l’impiattamento

Per renderne più immediata la lettura evidenziate il testo con un grassetto e staccate i diversi paragrafi degli ingredienti con una interlinea. Non è invece necessario far seguire il titolo di ciascun gruppo di ingredienti con i due punti, poiché appesantisce.

Ogni ingrediente sarà poi preceduto o seguito dalle relative dosi, ad esempio:
500 g di farina
oppure
Farina g 500 (in questo caso l’iniziale sarà maiuscola)
Sono comunemente utilizzate entrambe le versioni, anche se personalmente, delle due, preferisco di gran lunga la seconda, poiché consente di essere più diretti, eliminando anche una potenziale serie infinita di inutili complementi di specificazione.

I procedimenti
Una volta elencati tutti gli ingredienti, siete ora pronti per passare alla descrizione dei vari procedimenti. Qui la regola è una sola: semplificare, senza dare però mai niente per scontato.
Spiegate quindi con la massima chiarezza, seppur schematicamente, tutti i differenti passaggi necessari per la corretta realizzazione del vostro piatto. Utilizzate frasi brevi, con poche relative e subordinate.
Per la redazione dei testi, davanti a voi si aprono comunque due strade: parlare all’infinito presente (versare la farina e incorporare le uova), oppure alla seconda persona plurale del presente indicativo (versate la farina e incorporate le uova).
La prima variante è più distaccata e professionale, mentre la seconda è più diretta e confidenziale. Scegliete quella che più vi piace. Vanno bene entrambe.
L’importante è che non facciate ricorso alla seconda persona singolare. No, il “tuese” di: “versa la farina e incorpora le uova”, anche no.

Pure in questo caso suddividete i vari procedimenti, come avete fatto in precedenza per gli ingredienti, quindi:
Procedimento per la pasta (in grassetto)
E via dicendo, con il corpo del testo.
Evitate se possibile di utilizzare il corsivo, poiché rende più difficoltosa la lettura.

E per concludere qualche suggerimento di ortografia.

A proposito di regole generali
Po’ si scrive con l’apostrofo e non con l’accento, in quanto si tratta del troncamento del vocabolo poco.

La È maiuscola non si scrive invece con l’apostrofo, come si vede spesso in giro, bensì con l’accento. Lo so, sulla tastiera questa lettera non c’è, e non c’è neppure verso di digitarla, ma il trucco quello invece esiste, e avete addirittura tre possibilità.
1. Tenete premuto il tasto Alt e digitate contemporaneamente 0200.
2. Dal menu Inserisci di Word scegliete la voce Simbolo, selezionando poi la lettera dall’elenco.
3. Scrivete la lettera in minuscolo, selezionatela, in seguito, nel menu Formato, andate su Maiuscole/minuscole, cliccando su Iniziale maiuscola.

In generale prestate sempre attenzione agli accenti, perché è (accento grave), oppure é (accento acuto), non sono la stessa cosa. Così scriverete correttamente perché, purché, sicché, sé, con accento acuto, mentre è, cioè, purè, tè, caffè, con accento grave. Invece per crème brûlée, utilizzateli entrambi al posto giusto, insieme anche a un bel circonflesso sulla u.

Se ne fate uso, accertatevi sempre della corretta grafia di lemmi stranieri, consultando utilissimi dizionari gratuiti online, come, ad esempio, per il francese www.larousse.fr. Visto che buona parte del lessico culinario è appunto in questa lingua, eviterete così di italianizzare alla Totò di «Noio vulevon savuar l’indiriss», parole come coulis o biscuits o bourguignonne, che a volte, maldestramente, si trovano scritte in francese maccheronico, esattamente come vengono pronunciate nel nostro idioma, ovvero “culì”, “biscuì”, “burghignon”.

In merito alla terminologia tecnica
Le misure di capacità si abbreviano, indicandole con lettera minuscola e senza il punto, perciò nello specifico:
grammi = g (non gr, g., o peggio ancora gr. seguito dal punto)
Allo stesso modo scriveremo kg per chilogrammo, hg per ettogrammo, l per litro, dl per decilitro, cl per centilitro, ml per millilitro. Tutti in minuscolo e senza il punto, ovviamente.

I decimali si scrivono con la virgola e non con il punto, quindi, ad esempio: Acqua 0,5 dl

Quanto basta si abbrevia con le iniziali q.b., scritte in minuscolo, senza spazi e seguite ciascuna dal punto.

Gradi centigradi si scrive facendo seguire senza spazio il simbolo dei gradi (°) con il simbolo della temperatura (C), e quindi °C, ad esempio 200 °C.

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