Valeria Laudi | scrittrice | romanzi | manuali | cibo | teatro |

Il Carnevale di Viareggio

Giunto alla 151° edizione, inizia questa settimana il Carnevale di Viareggio.
Pur piacendomi il mood di leggerezza della festa più spensierata dell’anno, non amo in modo particolare il caos, quindi, sebbene frequenti abitualmente la Versilia, da svariate stagioni non vado ai corsi mascherati.

 

Qualche giorno fa, mi è capitato però, per puro caso, di sfogliare alcune foto di quando ero poco più che ventenne. All’epoca mi vedevo con un ragazzo di Viareggio, cioè più che altro era il mio fidanzatino di allora, innamorato sì di me, ma forse più ancora del Carnevale. Al punto che, dopo avermi fatto una “capa tanta” all’incirca per sei mesi, senza se e senza ma, un bel fine settimana di febbraio mi ha trascinata nel vortice del Carnevale più scanzonato e irriverente d’Italia.
Ecco, devo dire che comunque considero da sempre una situazione di privilegio poter vivere le cose dall’interno, proprio come farebbero i locals, e non da semplice turista in trasferta, che il più delle volte si perde per strada sensazioni ed emozioni. Come se fossi la sua Ondina, mi sono perciò fatta prendere per mano dal mio Burlamacco, lasciandomi trasportare alla scoperta delle varie sfaccettature del Carnevale di Viareggio, e sentendomi così per qualche ora anch’io un po’ viareggina come lui.

A proposito, Burlamacco e Ondina sono le due maschere cittadine. Perfettamente riconoscibili, perché per cucire il vestito di lui, un clown un po’ sui generis, sono stati presi a prestito alcuni tra gli elementi più caratterizzanti di qualche maschera della Commedia dell’Arte, ovvero le losanghe dell’abito di Arlecchino (in questo caso però bianche e rosse, colori della città di Viareggio), un pon-pon di Pierrot, il mantello nero del Dottor Balanzone, il cappello di Rugantino e la gorgiera di Capitan Spaventa. Indossa invece un costume da bagno anni ’30 Ondina, la villeggiante simbolo dell’estate e della stagione balneare da trascorrere sulle spiagge della Viareggio vacanziera.

Appena varcati i cancelli di ingresso, in men che non si dica mi sono ritrovata catapultata in un surreale mondo parallelo fatto di cartone.
Ero a dir poco rapita da quei giganteschi carri di cartapesta, vere e proprie scenografie mosse da complicatissimi marchingegni nascosti al loro interno che, accompagnati ognuno dalla propria colonna sonora, avanzavano lentamente tra la folla.
Mi affascinavano i costumi curati nei minimi dettagli delle mascherate, i gruppi di figuranti che cantavano e ballavano all’unisono sopra o davanti ad essi, ma in generale quello che più mi aveva colpita erano l’atmosfera euforica e il buonumore diffuso che si respiravano in Passeggiata.
Insomma quello che scorreva dinnanzi a me era ben diverso dalle sfilate carnevalesche a cui ero abituata, perché a Viareggio il Carnevale è una cosa seria, infatti dietro le quinte i maestri costruttori ci lavorano alacremente e senza sosta per un anno intero.
Tuttavia chi pensa che il Carnevale di Viareggio si traduca soltanto nei corsi mascherati si sbaglia alla grande, perché, per oltre tre settimane, il calendario è fitto di appuntamenti, tra veglioni, eventi culturali, concorsi canori, spettacoli teatrali e, non ultime, le amatissime feste rionali, con musica e cibo di strada a nastro.

Come se fosse ieri, sì va beh, forse l’altro-ieri, a distanza di parecchi anni mi ricordo ancora ogni particolare di quell’esperienza insolita, ma davvero entusiasmante, che mi ha talmente coinvolta da dedicare alla bella Viareggio e al suo Carnevale, un piccolo ma intenso spazio in uno dei miei due romanzi ambientati in Toscana.

Per chi non lo avesse ancora letto, segue un breve estratto da Domani è un altro giorno.

“Rivedevo animarsi davanti ai miei occhi i fotogrammi del Carnevale insieme a Jacopo.
Le sfilate sul viale a mare dei variopinti carri allegorici, alti come palazzi di cinque piani, la festa notturna con musica disco del rione Marco Polo, dove, senza fermarci un solo istante, ballavamo dentro un mare di coriandoli che arrivavano fino alle ginocchia.
E poi lo spettacolo teatrale in vernacolo del Festival della Canzonetta e gli interminabili fuochi d’artificio in piazza Mazzini.
Ma anche le canzoni del Carnevale, che sapevo a memoria e cantavo a squarciagola.
Jacopo mi aveva fatto una cassetta, e io le avevo imparate tutte quante. A partire dalla mia preferita, il brano “Da Viareggio con amore”, con il suo accattivante ritornello “Non ti sbagliare scendi alla stazione, dove c’è scritto qui felicità!”, proseguendo con la storica “Su la coppa di champagne”, e poi altre ancora, quali “Polvere di sole” “Il mambo del lucchese” e “Il cha cha cha dei coltellacci”.
Come amava ripetermi sempre Jacopo, per un viareggino il Carnevale è molto di più di un mese di festa, è una filosofia di vita, perché, tutto sommato, la vita stessa è un Carnevale.”

E ora siete pronti a ballare? Alzate il volume a palla e fatevi contagiare da tutta l’allegria del Carnevale di Viareggio!

Da Viareggio con amore
https://www.youtube.com/watch?v=QVjvaxsUSng

Su la coppa di champagne
https://www.youtube.com/watch?v=imlekOrJf6w

Polvere di sole
https://www.youtube.com/watch?v=2Dz9WdO0Vs0

Il mambo del lucchese
https://www.youtube.com/watch?v=mC6LZoOtzlE

Il cha cha cha dei coltellacci
https://www.youtube.com/watch?v=Be3bb4yOO5M

Come un coriandolo
https://www.youtube.com/watch?v=EOa8fE0OXDs

Canzoni e maschere
https://www.youtube.com/watch?v=J-0uaMCOgsE

P.S.: rispondo qui ai tanti tra voi che me lo hanno domandato. Jacopo ovviamente non è Jacopo, il mio attuale compagno, ma tra l’altro questo non è neppure il suo vero nome. 😉